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Settore ortofrutticolo in crisi, serve una svolta

La grave situazione del comparto rende necessari e urgenti provvedimenti straordinari di ritiro del prodotto in eccedenza così da mitigare gli effetti della crisi. In un’area già provata da congiunture economiche e sociali negative come la Calabria, dove la crisi della filiera agricola della produzione di pesche e nettarine ha messo in ginocchio centinaia di imprese e, solo nel cosentino, è a rischio la sopravvivenza di 7mila posti di lavoro, dovrebbero essere attivate iniziative simili a quanto fatto in Emilia Romagna, dove la Regione, già da molto tempo, ha ritirato il prodotto in esubero per destinarlo a famiglie e persone indigenti attraverso enti ed istituzioni che si occupano di beneficienza.

In casi di emergenza come quello che sta vivendo il comparto ortofrutticolo calabrese anche a causa della crisi di rapporti con la Russia che, a causa dell’embargo causato dalla crisi Ucraina, ha chiuso le frontiere anche ai nostri prodotti, i ritiri dal mercato costituiscono una misura efficace di gestione delle crisi in caso di eccedenze di prodotto dovute a circostanze imprevedibili e temporanee. I meccanismi finanziari attuati dall’Unione Europea per attenuare la crisi dei produttori non sono risultati sufficienti e non si capisce la regione per cui la Calabria non abbia inteso intervenire con misure straordinarie di sostegno al comparto.

Non si può più assistere inermi all’immobilismo dell’assessore all’Agricoltura della Regione e, al fine di scongiurare il definitivo crack del comparto, chiediamo che la Regione convochi immediatamente un tavolo istituzionale con Organizzazioni di produttori e sindacati dei lavoratori per studiare provvedimenti di sostegno al costo di produzione e per trovare misure efficaci e idonee a sostenere la filiera colpita dalla crisi.

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