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Cosenza perde il 74% dell'acqua

«Il Comune di Cosenza riceve ogni anno circa 18 milioni di metri cubi d'acqua dagli acquedotti gestiti dalla Sorical e da quelli comunali. L'Abatermarco e il Bufalo (gestiti dalla Sorical) garantiscono 320 litri al secondo. Quelli comunali (Merone, Timpafusa, Zumpo) e i pozzi Mussano erogano 220 litri al secondo per un totale di 540 litri al secondo. Una quantità d'acqua sufficiente a soddisfare i bisogni di oltre 85 mila persone, molto al di sopra degli attuali abitanti di Cosenza che sono 65.069». Lo afferma in una nota Carlo Guccione, consigliere comunale e coordinatore della Grande Cosenza. «Ma il quadro - sostiene Guccione - allarmante della situazione del sistema idrico cittadino emerge con tutta evidenza dalla relazione del programma attuativo dell'accordo tra il Comune di Cosenza e il ministero dell'Ambiente sul servizio idrico integrato. Quando è stato realizzato lo studio sul sistema idrico della città di Cosenza il ministro dell'Ambiente era Corrado Clini, mentre la sua compagna, Martina Hauser, era assessore al Comune di Cosenza con deleghe alla Sostenibilità ambientale e alle Energie rinnovabili. Nel documento – che porta la data del 21 dicembre 2011 e la firma degli ingegneri Augusto Pretner, Valerio Di Michele e Barbara Marcon - emergono dati che sottolineano come l'acqua immessa nel sistema fosse pari a 18.150.000 metri cubi anno. E, viceversa, l'acqua misurata e venduta nel 2010 era di 4.800.000 metri cubi anno. Un bilancio ingresso-uscita che indica uno scompenso annuo di 13.350.000 metri cubi anno, con una perdita complessiva di oltre il 74%».
«Nella relazione – sottolinea Carlo Guccione - si fa riferimento alla presenza di molti allacci abusivi. Si ritiene necessario – nella stessa relazione - un piano completo di interventi a medio termine (10 anni) mirato allo svecchiamento delle strutture di rete e al completo recupero di funzionalità del sistema. Si ipotizza anche un costo degli interventi necessari di circa 35 milioni di euro per il servizio idrico e di 30 per quello fognario. E si segnala come prioritario l'aspetto della vendita dell'acqua attivando al più presto tutti i correttivi alla misura dell'erogato all'utenza, studiando anche un sistema di riscossione che abbrevi i tempi tra fornitura e pagamento. Perché questo studio, costato migliaia di euro al Comune di Cosenza, è rimasto nel cassetto? Cosa ha fatto il Comune in questi ultimi quattro anni?»

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