Il rapporto dell'Agenas si è avvalso di 129 indicatori in base ai quali la Calabria risulta ancora una volta al penultimo posto della graduatoria, seguita da vicino da Campania e Puglia, ossia le regioni che hanno fatto registrare le più basse medie negli indicatori, che sono le stesse segnate dai piani di rientro.
Sebbene si registri la presenza di alcuni indici positivi, come la riduzione del numero dei parti cesarei rispetto al 2008, che piazzano la Calabria su valori vicini alla media nazionale, la nostra regione, dati alla mano, si conferma fortemente indietro nella qualità delle cure sanitarie. Ma ciò che di più preoccupa del dossier dell’Agenas è che il divario continua ad accrescersi a causa di piani di rientro che penalizzano ancora di più situazioni già di per sé catastrofiche.
La preoccupazione maggiore è che, in questo scenario di non-governo, possano persistere ed alimentarsi sprechi e sacche di clientele mentre i calabresi continuano a pagare sulla propria pelle (e con le proprie tasche) le conseguenze devastanti di un tale stato di cose.
Le tantissime criticità irrisolte rilevate dal report che colloca la Calabria agli ultimi posti della classifica per la qualità dell’assistenza sanitaria, ripropongono in tutta la sua evidente drammaticità la necessità che un settore delicato e difficile come quello sanitario non continui ad essere ostaggio del centrodestra e venga immediatamente sottratto alle scorribande e alle vendette che si consumano quotidianamente tra le correnti interne del centrodestra calabrese che utilizzano questo settore per il mantenimento e il controllo di postazioni di potere.
Alla luce di questa nuova bocciatura e per evitare ulteriori e irreversibili danni, dobbiamo immediatamente invertire la rotta rispetto ad una politica sanitaria che, in nome di un malinteso senso del risanamento economico, ha di fatto distrutto servizi essenziali e, in alcuni casi, è deliberatamente venuta meno alle prescrizioni dei Lea.
La nuova Giunta regionale dovrà mettere in campo tutte le azioni necessarie a garantire i Livelli essenziali di assistenza, la qualità delle cure ed eliminare i tanti sprechi che ancora ci sono nella sanità calabrese.