L'atteggiamento finora avuto dal governo regionale sulla vicenda della sanità calabrese è sembrato essere solo finalizzato a stare nei giochi di potere e non a salvaguardare la salute dei pazienti. Adesso basta. La nostra Calabria è uscita dal turn over sanitario nel 2015. Con il decreto 87/2015 l'ufficio del commissario ha reso possibili, dopo tanti anni, le procedure per nuove assunzioni e l'avvio della stabilizzazione dei precari della sanità. Le diatribe sulla pubblicazione o meno del decreto 50/2017, che autorizzava diverse centinaia di assunzioni di Oss, medici e infermieri e la mancata pubblicazione sul Burc, hanno impedito che si potesse proseguire nell'opera attraverso la quale dare risposte, attraverso le nuove assunzioni, ai pronto soccorso, agli ospedali, alle Ao e alle Asp in termini di personale medico, infermieristico e paramedico.
Alcune Aziende ospedaliere e sanitarie quali Crotone e Vibo, hanno comunque dato corso alle nuove assunzioni previste nel decreto 50/2017. E anche altre Ao e Asp hanno assunto medici e paramedici. La gravità e la necessità di porre fine a queste diatribe deriva dal numero dei pensionamenti del 2016: circa 600. E quelle in corso nel 2017 arriveranno alle 502 unità lavorative. Se non si inverte la rotta, corriamo il rischio concreto che il sistema sanitario calabrese possa collassare per mancanza di personale. Basta giochi di potere sulla sanità. Si proceda immediatamente con le assunzioni per assicurare il personale in grado si svolgere funzioni ospedaliere e territoriali. Si proceda immediatamente anche perche' la Calabria ha una particolarità: è l'unica regione d'Italia che non e' stata costretta a diminuire i posti letto per acuti. Anzi, devono aumentare di 700 unità per come previsto nel Decreto 64/2016 sulla riorganizzazione della rete ospedaliera e come recepito dai ministeri per della Salute e dell'Economia
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