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Regione assente, perderà i fondi per il dissesto idrogeologico

«Il Consiglio dei ministri nella seduta del 5 dicembre 2016 ha approvato gli indicatori di riparto su base regionale delle risorse finalizzate alla mitigazione del rischio idrogeologico. In base a tali indicatori regionali il governo nazionale ha predisposto un piano di risorse per la mitigazione e il contrasto del rischio idrogeologico 2015-2023. I dati che la Regione Calabria ha fornito al ministero e all’Ispra (Istituto superiore per la prevenzione e la ricerca ambientale) sono vecchi di almeno 10 anni e non aggiornati» È quanto si legge nella interrogazione a risposta scritta rivolta dal consigliere regionale Carlo Guccione al presidente della Regione Calabria, Gerardo Mario Oliverio.
«Come è stato possibile – si chiede Carlo Guccione - che la Regione fosse assente nella seduta della conferenza Stato-Regioni del 29 settembre 2016, dove è stato espresso parere favorevole per gli indicatori di riparto su base regionale per le risorse destinate alla mitigazione del rischio idrogeologico?».
«Questa situazione – si legge ancora nella interrogazione - ha fortemente penalizzato la nostra regione che avrà risorse esigue rispetto alla reale situazione di un territorio fortemente segnato dal dissesto idrogeologico e che non trova una adeguata rappresentazione nei dati in possesso della Regione Calabria, con il Pai (Piano di assesto idrogeologico) ancora fermo al 2001. Le problematiche connesse alla tutela, salvaguardia e valorizzazione del suolo in Calabria anziché essere oggetto di radicali programmi tesi a diminuire i rischi ed a valorizzare una risorsa strategica e limitata com’è il suolo, sembra si aggravino ulteriormente per l’assenza di una univoca strategia di prevenzione e protezione, per gli ormai intollerabili ritardi dei programmi degli interventi strutturali e per la scarsità di risorse effettivamente assegnate sulla base di criteri nazionali che ci vedono collocati all’undicesimo posto nel Piano nazionale di mitigazione e contrasto del rischio idrogeologico 2015-2023. La Regione Calabria si segnala per la cronica assenza di politiche di prevenzione per l’inadeguatezza dei suoi strumenti di programmazione e pianificazione nel campo delle politiche di difesa del suolo non essendo stato redatto fin qui alcun Piano di bacino, né elaborato il Piano di gestione integrata delle coste, né tantomeno attuati strumenti di controllo e monitoraggio essenziali quali i Presidi Idraulici pur disponendo degli addetti specializzati e pur avendo investito notevoli risorse finanziarie per dotazioni operative e strumentali che avrebbero concorso ad approntare un moderno sistema distribuito nel territorio da porre anche al servizio delle comunità locali. La problematica è destinata ad aggravarsi ulteriormente dopo  la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale numero 27 del 2-2-2017 del D.M. 25 ottobre 2016, con il quale viene definitivamente cancellata l'Autorità di Bacino della Regione Calabria a conclusione di un lungo iter avviato con l'emanazione del Testo unico sull'ambiente - decreto legislativo 152/2006  emanato in attuazione della Direttiva Europea 2000/60,  che ha di fatto abrogato la Legge quadro sulla Difesa del suolo (legge 183/89). Emerge con forza la necessità di avviare con urgenza una profonda riflessione al fine di definire chiari e scadenzati impegni mirati ad avviare finalmente quelle politiche di prevenzione oggi totalmente assenti e, forse, perfino aggravate, da provvedimenti normativi come quello di riforma della LUR (Legge urbanistica territoriale) che hanno consentito a molti Comuni di non elaborare le Carte di pericolosità idrogeologica eludendo in tal modo quanto previsto dal Qtrp (Quadro territoriale regionale paesaggistico)».
Il consigliere regionale del Partito democratico chiede quale iniziative intende adottare il governatore Oliverio: «Per quanto attiene gli interventi strutturali, le cause dei ritardi nella loro realizzazione a partire dall’Apq sulle Coste sottoscritto ormai cinque anni orsono e che registra un bassissimo livello di attuazione e dall’Apq relativo a frane ed alluvioni per i quali si registrano ingiustificati ritardi dovuti a procedure lunghe e farraginose e ad ostacoli burocratici spesso frapposti dagli stessi uffici regionali; per quanto riguarda la pianificazione, a quali ragioni sia da ascrivere il mancato aggiornamento del Pai e per quali motivi l’aggiornamento 2016 risulti ampiamente carente ed inattendibile sotto il profilo metodologico e perché ad oggi non sia stato elaborato nessun Piano di Bacino ed il Piano di gestione integrata delle coste; quando e come si intenderanno avviare operativamente i Presidi Idraulici ed il relativo e costoso Sistema Informativo; se dopo la soppressione dell’Abr non si ritenga urgente procedere alla definizione di una legge regionale per la Tutela e valorizzazione del suolo e del Paesaggio; come si intenda dare corso alle politiche di prevenzione definite dal vigente Qtrp ed alla concreta adozione degli standard e delle metodologie allegate al medesimo Qtrp fin qui rimaste lettera morta».

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